lunedì 23 aprile 2007

Regolamentare i blog? Segue con le reazioni in Italia.

Come anticipato nel Post precedente ecco le reazioni in Italia.

Come prevedibile, la blogosfera non ha atteso molto a recepire quanto proposto da O'Reilly, anche in Italia. Si va su fronti contrapposti. C'è chi ne dubita ritenendo che i blog abbiano al proprio interno anticorpi sufficienti a combattere le cattive pratiche. C'è chi rilancia, con una sorta di regole personali da sottoporre ai propri utenti. Per alcuni ancora, che una parte della blogosfera abbia comportamenti inadeguati, è intrinseco alla natura stessa dello strumento. Le opinioni in merito sono le più diverse, e per averne un quadro completo non si può far altro che seguire la discussione in divenire da post a post, da blog a blog. Qualcuno cerca di organizzare un dibattito, ma alla fine il senso compiuto delle conversazioni dei blog non riescono a essere chiuse in un recinto.

II dubbi sul codice.

Che i blog abbiano in sé alcuni strumenti di contenimento dei fenomeni di disturbo o delle derive diffamatorie delle conversazioni è sicuramente vero. La citazione delle fonti e l'autorità che ne deriva, la correttezza e il buon senso dei blogger più in vista nel panorama della blogosfera italiana rappresentano sicuramente un circolo virtuoso a cui inspirarsi. E anche con un codice di autoregolamentazione rimarrebbero aperte almeno due questioni. I blog sono siti Web: perché il codice dovrebbe valere solo per loro? L'autoregolamentazione avverrebbe su base volontaria, evidentemente. Come garantirsi da chi non vi aderirebbe?

I dubbi sull'assoluta libertà.

Se le osservazioni precedenti sul circuito virtuoso dei blog sono vere, tuttavia il presupposto che le anima potrebbe essere sbagliato. Infatti la blogosfera tende a essere spesso interpretata pensando ai blog più visitati e autorevoli. La punta di un iceberg: perché il movimento, allargando la base dei blogger si apre anche a chi ha poco rispetto delle autoregolamentazioni seguite dai più seri blogger. E questo sarà sempre più vero in futuro. Si può pensare di continuare a ignorare la massa di blogger, oppure si può tentare un percorso, lungo e non semplice, di divulgazione della cultura dei blog. In un caso o nell'altro, l'esito arriverà dagli utenti stessi.





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